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Indirizzo
Via Plinio, 76
Pompei (NA)
Orari
Lunedì – Venerdì 9:00/13:00 - 15:00/19:00 Sabato 9:00/12:30

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Pompei (in latino: Pompeii) è una città dell’evo antico, corrispondente all’attuale Pompei, la cui storia ha origine dal IX secolo a.C. per terminare nel 79, quando, a seguito dell’eruzione del Vesuvio, viene ricoperta sotto una coltre di ceneri e lapilli alta circa sei metri. La sua riscoperta e i relativi scavi, iniziati nel 1748, hanno riportato alla luce un sito archeologico che nel 1997 è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e che è il secondo monumento italiano per visite dopo il sistema museale del Colosseo, Foro Romano e Palatino.

I primi scavi nella zona dell’antica Pompei si sono svolti nel 1748, a seguito della scoperta di Ercolano, per volere della dinastia borbonica, impiegando gli ingegneri Roque Joaquín de Alcubierre, Karl Jakob Weber e Francisco la Vega: i primi ritrovamenti avvengono nella zona dell’Anfiteatro, anche se gli esploratori sono convinti di essere sulle tracce dell’antica Stabia; si capirà di essere a Pompei solo nel 1763 quando viene ritrovata un’epigrafe sulla quale viene chiaramente fatto riferimento alla Res Publica Pompeianorum. Le prime esplorazioni vengono fatte tramite l’utilizzo di cunicoli sotterranei ed è solo con la salita al trono di Ferdinando I delle Due Sicilie che avvengono i primi scavi a cielo aperto.

All’inizio del XIX secolo, a seguito di disordini di ordine politico, le indagini vengono sospese ed un nuovo impulso sarà dato solo dall’arrivo di Gioacchino Murat: è proprio la moglie di questi a cominciare un’opera di pubblicizzazione del sito in tutta Europa, tant’è che Pompei diventa una tappa obbligata del Grand Tour. L’ultimo periodo di dominazione borbonica è segnato da una stasi nell’attività di scavo; questa viene ripresa solamente con l’unità d’Italia: sono, infatti, archeologi come Giuseppe Fiorelli, Vittorio Spinazzola ed Amedeo Maiuri a riportare alla luce la città nella sua quasi totale interezza, poi la continua mancanza di fondi porta per lo più alla conservazione del patrimonio recuperato che a nuovi a scavi; i bombardamenti della seconda guerra mondiale provocano, in alcuni casi, ingenti danni alle rovine, mentre nel 1997, l’area archeologica, insieme a quella di Ercolano ed Oplonti, viene dichiarata, dall’UNESCO, patrimonio dell’umanità. Nel 2012 parte il Grande Progetto Pompei, che mira al restauro e alla messa in sicurezza del sito.

Tutti i ritrovamenti di reperti, a cui si aggiungono le pitture ed i mosaici staccati in epoca borbonica, vengono originariamente conservati alla Reggia di Portici, per poi essere trasferiti nella collezione di antichità all’interno del museo archeologico nazionale di Napoli[83]; altri reperti sono ospitati nell’antiquarium di Pompei e nell’antiquarium di Boscoreale. (Fonte: Wikipedia)

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